Dr.ssa Veronica Gelfi

  • Psicologa Clinica
  • Psicoterapeuta in formazione presso ICLeS
  • Iscritta all’ordine degli Psicologi della Lombardia (n. 24905)
  • Tutor dell’apprendimento (DSA e ADHD)
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  • 2016

Tirocinio curricolare Centro diurno per minori della Comunità Emmaus, Verdello

  • 2017

Laurea triennale in Scienze Psicologiche presso l’Università degli Studi di Bergamo

  • 2019

Tirocinio curricolare presso ASST-PG 23

  • 2019

Laurea magistrale in Psicologia Clinica presso Università degli Studi di Bergamo

  • 2020

Corso di formazione “LE DISABILITÀ SENSORIALI INTERVENTI DI SOSTEGNO E INCLUSIONE”

  • 2020

Tirocinio Professionalizzante Psicologia presso Fondazione Giovanni XXIII Autismi e Terapie Onlus, Valbrembo

  • 2021

Corso Tutor DSA e ADHD

  • dal 2017 al 2021

assistente educatrice e assistente alla comunicazione

  • in corso

Specializzazione in Psicoterapia presso iclEs - istituto per la clinica dei legami sociali

Mi occupo di consulenza e supporto psicologico

  • Alimentazione
  • Ansia
  • Attacchi di panico
  • Crescita personale
  • Difficoltà a gestire il cambiamento
  • Difficoltà di organizzazione e concentrazione
  • Difficoltà nel riconoscere e gestire le emozioni
  • Disturbi psico-somatici
  • Difficoltà relazionali
  • Difficoltà scolastiche e lavorative
  • Elaborazione del lutto
  • Insonnia
  • Malessere generale
  • Orientamento scolastico
  • Problemi di autostima
  • Problemi di coppia
  • Stress
  • Supporto allo studio
  • Supporto alla genitorialità

Ricevo su appuntamento presso:

via Roma 50, Osio Sotto

Via Roma 61/63, Medolago

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Mi presento

Mi sono laureata in Psicologia Clinica presso l'Università degli Studi di ​Bergamo e sono iscritta all'Ordine degli Psicologi della Lombardia con il ​numero 24905. Attualmente mi sto specializzando in psicoterapia presso ICLeS ​di cui orientamento, seguendo l’insegnamento di Lacan e di Freud, dà ​particolare risalto all’adeguatezza della psicoanalisi a trattare le patologie dei ​legami: aiutare la persona nelle sue relazioni con le altre persone e nei vari ​momenti della sua vita (al lavoro, a casa, fra amici ecc…) affinché possa ​ritrovare un suo benessere in quelle situazioni che, invece, gli provocano ​disagio o ansia o angoscia.

Inoltre, sono tutor dell'apprendimento e quindi, specializzata in metodologie, ​didattiche e relazionali, sui disturbi dell'apprendimento specifico.

L'obiettivo del mio lavoro è quello di favorire il 𝗯𝗲𝗻𝗲𝘀𝘀𝗲𝗿𝗲 delle persone, ​potenziare le risorse e accompagnare gli individui, le coppie, le famiglie e le ​organizzazioni in particolari momenti critici o di difficoltà.

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STOP ai luoghi comuni

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NON ANALIZZARMI

Lo psicologo evita commistioni tra ruolo professionale e vita privata.


NON VOGLIO ESSERE GIUDICAT*

Lo psicologo non assolve e non giudica!

Aiuta le persone ad essere più consapevoli di quello che fanno e soprattutto dei motivi per cui ​lo fanno


dallo psicologo va chi è matto! io parlo con il mio amico.

Dallo Psy non va chi è matto, ma chi ha bisogno di aiuto per affrontare situazioni circoscritte, ​per affrontare situazioni difficili o per conoscere meglio se stessi! Lo psy impiega metodologie ​di sicura fondatezza scientifica e rispetta diritti, valori, credenze e opinioni dei propri ​pazienti.


NON SONO UN/UNA DEBOLE

Chiedere aiuto non significa essere deboli. Tutt'altro. Tutti noi abbiamo la capacità di ​affrontare la maggior parte delle situazioni, ma avere la forza di chiedere aiuto per quelle ​situazioni che possono essere più complicate e crearci maggiore e disagio evita di dover contare ​solo sulla propria forza. Facciamolo insieme!

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Lo Psicologo deve attenersi al Codice Deontologico

Il Codice Deontologico degli Psicologi Italiani raccoglie le norme di comportamento a cui ​qualunque psicologo deve strettamente attenersi nello svolgimento della propria attività, la cui ​osservanza è necessaria alla realizzazione di una buona pratica professionale, in qualsiasi ​ambito essa si eserciti. Di seguito alcuni dei suoi articoli:


Art. 3

Lo psicologo considera suo dovere accrescere le conoscenze sul comportamento umano ed ​utilizzarle per promuovere il benessere psicologico dell’individuo, del gruppo e della comunità


Art. 5

Lo psicologo è tenuto a mantenere un livello adeguato di preparazione e aggiornamento ​professionale, con particolare riguardo ai settori nei quali opera


Art. 11

Lo psicologo è strettamente tenuto al segreto professionale


Art. 28

Lo psicologo evita commistioni tra il ruolo professionale e vita privata che possano interferire ​con l’attività professionale o comunque arrecare nocumento all’immagine sociale della ​professione.


Art. 33

I rapporti fra gli psicologi devono ispirarsi al principio del rispetto reciproco, della lealtà e ​della colleganza

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Ordine Psicologi Lombardia

L’OPL è un Ente pubblico sul quale vigila il Ministero della Salute, strutturato a livello ​regionale e provinciale. Gli iscritti all'Albo che costituiscono l'Ordine degli Psicologi sono ​psicologi e/o psicoterapeuti autorizzati ad esercitare la professione.

Puoi trovare anche me!

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Qual è un buon metodo di studio?

Per aver un “buon metodo di studio” occorre sviluppare un’attitudine alla ​flessibilità, che consente di gestire i diversi aspetti dell’esperienza di ​apprendimento scolastico:

emotivo, cognitivo e metacognitivo.


Altro aspetto importante è la motivazione: uno studente deve studiare per far ​sì che si crei un bagaglio culturale che gli consenta di raggiungere i suoi sogni ​ed essere una persona il più possibile preparata agli ostacoli che la vita gli ​presenterà.


Inoltre, c’è da tenere in considerazione l’ansia da valutazione: di fronte ad un ​contesto valutativo può capitare che l’ansia dovuta dalla prestazione vada ad ​influire sulla prestazione. Imparare a gestire le proprie emozioni ci consente di ​avere prestazioni migliori raggiungendo quindi gli obiettivi prefissati.

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Planning Settimanale

Il planning settimanale è un calendario che puoi mettere sulla tua scrivania per ​avere una panoramica di tutti gli impegni da dover completare nell'arco della ​settimana lavorativa/scolastica in corso.

Ti consente di avere un'organizzazione migliore evitando, quindi, di ritrovarti il ​giorno prima di una scadenza con una "montagna" di lavoro da fare.

E' perfetto sia per un'organizzazione scolastica e sia per quella lavorativa!

scarica il modello di planning qui sotto

POST 7

Prenditi un momento per te stess*

Concedersi del tempo ci permette di entrare più a contatto con noi stessi e con le ​nostre emozioni. Ma non solo! Ci consente anche di comprendere meglio delle ​situazioni e a ritrovare il proprio equilibrio. Ci sono diversi modi per farlo.

Ognuno sceglie ciò che lo fa stare meglio: fare sport, ascoltare la musica, scrivere, ​meditare, leggere, ecc...


Io per farlo utilizzo la musica. Ho una playlist che mi aiuta ad esplorare le emozioni ​che provo. Spesso, mentre l'ascolto, provo a descrivere il tutto nel mio diario.

POST 8

SENTIRE non è uguale ad ASCOLTARE

Per Sentire basta semplicemente usare l’udito. Sentiamo suoni, parole, rumori ​ecc ma senza prestargli attenzione.


Per Ascoltare, invece, è necessario prestare attenzione. È fondamentale ​comprendere fatti, opinioni, sentimenti altrui, mettersi nei panni dell’altro, ​capirne il punto di vista.


Siamo noi a sceglierlo!

Come?

Decidendo a cosa prestare attenzione e, quindi, a decidere chi/cosa è ​importante per noi!

Impariamo a cogliere i dettagli perché ci possono fare capire cose che ​altrimenti sarebbero difficili da comprendere.

POST 9

Salute emotiva

Il benessere emotivo si riferisce alla consapevolezza e alla sintonia con le ​proprie emozioni. Essere emotivamente sani significa essere in grado di ​riconoscere i propri sentimenti, affrontarli e gestirli.

Perché è importante? Le nostre emozioni e il modo in cui le affrontiamo possono ​avere un impatto sulla nostra produttività e le nostre relazioni. Inoltre, hanno ​un impatto sulla salute fisica e mentale, perché vanno "a braccetto" quando si ​tratta di benessere generale.

È importante riuscire a gestire le nostre emozioni.

Prendersi cura del proprio benessere emotivo comporta anche prendersi cura di ​se stessi a livello mentale e fisico.

Riconosci il tuo valore mangiando bene, dormendo abbastanza e vivendo ​consapevolmente.

POST 10

Chiedere aiuto NON significa essere “malati”

Nella nostra società siamo abituati ad un concetto di cura inteso come guarigione da una ​malattia, ma non sempre il termine cura è da intendersi in questo senso.

Prendersi cura è prestare attenzione, dedicarsi del tempo e darsi l'obiettivo di:

  • stare bene con noi stessi,
  • stare bene dove viviamo,
  • stare bene con chi viviamo.

Andare dallo psicologo non significa quindi che, dato che si prova del malessere, si è ​malati!

La seduta è uno spazio di riflessione e di lavoro sulle difficoltà che si sta affrontando e ​sulle emozioni che si provano. Uno spazio che non è giudicante. E' un processo di ​cambiamento che ha l'obiettivo di far trovare alla persona modalità più adattive di ​pensare e agire, di sviluppare una maggiore consapevolezza dei propri sentimenti ed una ​maggiore capacità di entrare in contatto e di riconoscere le proprie emozioni modificando ​allo stesso tempo le proprie percezioni e gli atteggiamenti verso se stessi e verso gli ​altri.

L'obiettivo del lavoro psicologico è quello di prevenire il disagio psicologico e di ​promuovere la salute e il benessere della persona. Aiutarla a ritrovare un equilibrio ​psico-somatico.

POST 11

Conosci le emozioni?

Le emozioni sono un aspetto fondamentale della vita umana; insorgono molto ​velocemente tanto che spesso non si è consapevoli dei processi mentali che le innescano. ​Un evento può non scatenare in tutti la stessa emozione. Ciò che la scatena può dipendere ​anche dall'esperienza soggettiva della persona.

Secondo Darwin, le emozioni e le espressioni facciali sono universali e comuni a tutti gli ​esseri umani a prescindere dalle variazioni culturali. Ekman e Friesen tramite una ​ricerca confermarono la tesi sull’universalità delle emozioni. Provarono che ogni ​emozione presenta un insieme di espressioni comune a tutti. Ciò che invece varia da una ​cultura all’altra sono le regole di esibizione.

Le emozioni primarie sono: tristezza, paura, sorpresa, felicità, rabbia e disgusto.

POST 12

Cosa sono i sogni? Tutti sogniamo?

Il sogno è un fenomeno psichico legato al sonno, in particolare alla fase REM, caratterizzato ​dalla percezione di immagini e suoni riconosciuti come apparentemente reali dal soggetto ​sognante. Ha 2 contenuti:

  • MANIFESTO è quello che si palesa a noi come sogno;
  • LATENTE è il significato che c'è dietro al sogno manifesto.


Se hai sognato il lupo, allora vuol dire che... Se hai sognato che quella persona moriva, allora ​vuol dire che... Se hai sognato che scappavi, allora vuol dire che... allora vuol dire che... NO!!!

Non esiste una spiegazione univoca di un sogno. Proprio perché i sogni hanno due contenuti, ​per poter procedere con l'analisi al fine di dedurne un'interpretazione, bisogna lavorare sul ​singolo sogno e, più precisamente, sul suo contenuto LATENTE.


Esempio: il fatto che io sogni lo stesso animale che ha sognato un'altra persona, non vuol dire ​che i nostri sogni abbiano lo stesso significato.


Il contenuto latente che sta dietro a quello manifesto è condizionato dalle nostre pulsioni, dai ​nostri desideri, dalle nostre emozioni e dai nostri ricordi.

Tutti sogniamo, ma non tutti ricordiamo ciò che abbiamo sognato.

POST 13

Il magico numero 7 +/-2

"Il magico numero sette, più o meno due: è uno dei più famosi e citati articoli di psicologia e fu ​pubblicato nel 1956 dallo psicologo George A. Miller. L'articolo apparentemente afferma che il ​numero di oggetti che una mente umana media può tenere in mente mentre è in funzione è 7 ± 2. ​Questa è conosciuta anche come la Legge di Miller. Ricerche successive sulla memoria a breve ​termine e sulla memoria di lavoro hanno rivelato che la durata della memoria non è costante ​nemmeno se misurata in un numero di blocchi indipendenti. Il numero di blocchi che un essere ​umano può richiamare immediatamente dopo la presentazione dipende dalla categoria ​utilizzata (ad esempio, l'intervallo è circa sette per le cifre, circa sei per le lettere e circa ​cinque per le parole) e persino dalle caratteristiche delle sezioni all'interno di una categoria.

La parcellizzazione è utilizzata dalla memoria a breve termine del cervello come metodo per ​mantenere accessibili gruppi di informazioni per un facile richiamo.

Facciamo un esempio: un numero di telefono è di solito composto da 10 cifre. Piuttosto che ​memorizzarle singolarmente, la nostra memoria viene facilitata se suddividiamo in piccoli ​gruppi il numero di telefono così che, invece, che ricordare 10 cifre è come se chiedessimo alla ​nostra memoria di ricordare 4 gruppi di numeri.

POST 14

Cosa succede in una seduta dallo psy?

La seduta è:

  • uno spazio di riflessione e di lavoro sulle difficoltà che si stanno affrontando e sulle emozioni ​che si provano;
  • uno spazio in cui lavorare per entrare in contatto con noi stesse e le nostre emozioni;
  • uno spazio in cui poter esplorare altri punti di vista uno spazio in cui anche il silenzio viene ​rispettato;
  • uno spazio non giudicante uno spazio sicuro in cui esplorare ipotesi, emozioni e strategie ​nuove;
  • un processo di cambiamento.

Lo psicologo mette a disposizione le proprie conoscenze proprio per aiutare la persona in questo ​processo di cambiamento garantendo uno spazio che gli consenta di esplorare, riflettere, provare, ​piangere, ridere, stare male, stare bene in modo che possa trovare una "risposta" alla sua ​"domanda".

"sono stressata... non so più come fare.." "ma perché gli altri mi devono sempre fare/dire..." "sono ​stanca di alcuni atteggiamenti.. come faccio a.." "vorrei sentirmi libero di..." "e ma se lo faccio ​poi??"

Ci poniamo moltissime domande. Ognuno di noi ha la sua storia. Non esiste una risposta che ​vada bene per tutti ed è per questo che si parla di percorso psicologico. Lo psicologo lavora ​insieme alla persona in questo percorso.

POST 15

L’invidia

L’invidia è un sentimento spiacevole che si prova per un bene o una qualità altrui che si ​vorrebbero per sé, accompagnato spesso da avversione e rancore per colui che invece possiede ​tale bene o qualità. Esistono però 3 tipologie di invidia.


invidia ammirativa è la forma più utile di questa emozione: ci segnala ciò che desideriamo e

può trasformarsi in una sana competizione (“se lui può allora posso anch’io”).

invidia passiva è tipica di chi si sente sempre vittima di ingiustizia (“perché lui si e io no?

Non è giusto!). In questo caso l’invidia ha una forma meno aggressiva ma comunque

disfunzionale: sappiamo cosa desideriamo ma anziché muoverci per ottenerlo ci limitiamo a

lamentarci.

invidia distruttiva è la più pericolosa perché ha come obiettivo danneggiare chi invidiamo.

In questa tipologia di invidia è frequente che, oltre al tentativo di danneggiare, si cerchi di

svalutare la persona di cui siamo invidiosi. A volte, questa sensazione fa si che l'invidioso

"auguri" che accada qualcosa di spiacevole alla persona invidiata.


Provare a denigrare o danneggiare l’altro può dare un po’ di sollievo ma non risolve il vero ​problema: il mancato apprezzamento di noi stessi!

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Drop-out scolastico

Il termine drop-out significa “caduti fuori”, e si riferisce a ragazzi che abbandonano gli studi ​prima di aver conseguito un diploma o una laurea.

Chi sono gli studenti che abbandonano? E come mai?

Rispondere non è semplice perché le motivazioni possono essere diverse. La cosa di sicuro ​molto importante sarebbe quella di lavorare sulla motivazione. Con motivazione non mi ​riferisco al fatto di voler "andare bene" a scuola, di prendere bei voti. La motivazione riguarda ​ciò che sta dietro alla volontà di raggiungere i propri obiettivi.

Qualsiasi sia l'obiettivo, la motivazione che mi spinge a raggiungerlo, deve riguardare NOI ​STESSI!

NO perchè i miei genitori sarebbero felici (questa è una cosa in più)

NO perchè così posso andare a fare l'allenamento

NO perchè così mi comprano....

NO perchè è giusto


Bisogna entrare nell'ottica che apprendere e imparare deve essere importante per sè stessi, per ​crearsi un proprio bagaglio culturale, per consentirci di spianarci una strada che ci faccia ​raggiungere i propri obiettivi e desideri. Non è importante quale scuola io stia facendo, ​l'importante è che mi consenta di fare un domani ciò che IO voglio fare!

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L’importanza della comunicazione nella relazione

Succede che, in alcune relazioni, vi sia la difficoltà nell'esprimere le proprie ​emozioni o i propri punti di vista. Non intendo per forza relazioni "amorose", ​ma le intendo nel senso più generale del termine (amicizia, famiglia, lavoro...).


Ma come trovare il coraggio di farlo? Come comunicare in modo efficace al fine di ​instaurare un rapporto più profondo, risolvere i problemi, ed evitare malintesi?


Innanzitutto, è importante creare nella quotidianità momenti di condivisione ​che possano abituarci a parlare, condividere e riflettere su ciò che ci accade. Se ​rendiamo questa dinamica una cosa spontanea, potrebbe aumentare un senso di ​fiducia e un'apertura verso l'altro.

La comunicazione permette di creare nella relazione nuovi momenti per far ​emergere anche particolari dell'altro che magari non conoscevamo. E' ​importante come si passa il tempo insieme e non quanto.

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Tratto di personalità o disturbo di personalità?

Ognuno di noi ha una sua personalità. In psicologia, spesso, si sente parlare di ​"tratti di personalità", da non confondere con i "disturbi di personalità". La ​differenza sostanziale sta nel fatto che mentre nei primi le persone hanno comunque ​un comportamento FUNZIONALE e che, quindi, gli consente di vivere la propria ​quotidianità con un certo equilibrio, nei disturbi di personalità quest'ultimo viene a ​mancare.

Uno degli esempi più ricorrenti è quello in cui la persona pensa di avere un ​"disturbo ossessivo-compulsivo" poiché tende ad essere perfezionista nel suo ​lavoro. Non è esattamente così. Ripeto: un disturbo è tale quando non consente alla ​persona di gestire in maniera funzionale le proprie abitudini o i propri lavori fino ​al punto da farle perdere il controllo della situazione.

IMPORTANTE: FACCIAMO ATTENZIONE ALLE PAROLE"

Non autodiagnosticatevi dei "disturbi" leggendo cose da internet! Per le diagnosi ci ​sono dei professionisti che hanno alle spalle tanti anni di studio e che sono ​specializzati nella diagnostica. Una ricerca fatta su Google vi mostrerà quello che ​voi andrete a ricercare! Non abbiate paura di chiedere supporto ai diretti ​professionisti.

POST 19

Il Silenzio

Spesso si associa al silenzio una situazione che provoca imbarazzo, come se il ​silenzio fra due o più persone debba per forza significare una mancanza di ​argomentazione.

Ma non è sempre così!

Nel silenzio, se "impariamo ad ascoltarlo", ci sono tantissime parole, pensieri, ​emozioni. Rispettandolo, potremmo scoprire nuove cose su di noi e su chi ​abbiamo di fronte.

A volte, non vogliamo sentirci dire cose, magari vogliamo proprio solo del ​silenzio accompagnato da un abbraccio o un gesto di conforto che basta a farci ​capire che l'altro c'è per noi.

POST 20

La Gioia e i suoi benefici

La gioia è una risposta emotiva che può essere percepita con intensità diverse. Il ​sorriso è una delle caratteristiche fisiche della gioia ed essa è l’unica emozione in ​grado di generarlo in maniera autentica.

A livello comportamentale la gioia crea una sensazione di libertà e leggerezza. ​L’individuo tende a sorridere di più, a garantire maggiore attenzione e ad essere più ​creativo.

A livello fisico le esperienze psicologiche positive hanno una connessione diretta ​con dei cambiamenti nel nostro corpo. Uno stato emotivo stabile è garanzia di un ​corpo in salute. “Mente sana in corpo sano” Inoltre, questa emozione porta alla ​generazione di serotonina, un neurotrasmettitore che aiuta la riduzione dell’ansia.

A livello relazionale mantenere uno stato di gioia costante permette di migliorare ​la percezione del mondo. Tutto ciò si riflette in un migliore adattamento ​all’ambiente circostante, che sia quello della famiglia o il posto di lavoro.

Quindi, grazie alla gioia, la consapevolezza dell’individuo viene aumentata, così ​come l’energia e la vitalità. Migliora la produzione creativa e favorisce l’evocazione ​dei ricordi positivi. Infine è un ottimo antidoto per il disagio.

POST 21

Buoni propositi

Come e perché progettarli?


  1. Pensare a quali obiettivi vorresti raggiungere;
  2. Dai una priorità così da lavorare sul singolo obiettivo e non su tutti gli ​obiettivi contemporaneamente;
  3. Suddividi il tuo obiettivo in obiettivi più piccoli (sarà più semplice così da ​raggiungere);
  4. Sii soddisfatto/a di ogni traguardo raggiunto! E perché no?! Regalati ​qualcosa per il lavoro fatto;
  5. Mantieni monitorati i tuoi obiettivi così da poter vedere tutte le cose che sei ​riuscito/a completare e quello su cui devi ancora lavorare.

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L’Ansia

L’ansia di per sé non è un fenomeno anormale. Si tratta di un’emozione di base, che ​comporta reazioni cognitive, comportamentali e fisiologiche quando una situazione ​viene percepita soggettivamente come pericolosa, minacciosa e nei cui confronti non ​ci riteniamo sufficientemente capaci di reagire. Quando l’ansia diventa estrema, ​incontrollabile, ingiustificata o sproporzionata rispetto alle situazioni può ​complicare notevolmente la vita di una persona e renderla incapace di affrontare ​anche le più comuni situazioni. Un intervento professionale può aiutare la persona a ​gestire i sintomi così fastidiosi e invalidanti.

L'ansia è anche una RISORSA.

E’ infatti una condizione fisiologica efficace in molti momenti della vita per ​proteggerci dai rischi, mantenere lo stato di allerta e migliorare le prestazioni (ad ​es., sotto esame). In che modo? Ipotizzando di trovarsi in una situazione di reale ​pericolo, l’organismo in ansia ha bisogno della massima energia muscolare a ​disposizione per poter scappare o attaccare in modo più efficace possibile, ​scongiurando il pericolo e garantendosi la sopravvivenza. L'ansia è quindi in grado ​di attivare questa energia.

POST 23

Quando tornerò a stare bene? L’elaborazione del lutto

Le fasi del lutto, o più in generale per ogni perdita che ci troviamo a vivere, richiedono del tempo per poter ​essere elaborati. In psicologia si parla di 5 fasi del lutto che rappresentano un cammino ben preciso che ogni ​persona si trova ad affrontare dopo la perdita e che possono ovviamente essere diverse da caso in caso.

1 Fase del Rifiuto e Negazione: quando affrontiamo una perdita che ci causa molto dolore il nostro organismo ​cerca di difenderci da una simile sofferenza, negandola. Neghiamo quindi l’accaduto a causa dello stato di ​shock dovuto alla perdita.

2 Fase della Rabbia: quando cominciamo a renderci conto di ciò che è accaduto, iniziamo a provare rabbia, a ​chiederci cosa abbiamo fatto per meritarci questa sofferenza, a sentirci arrabbiati con chi ci ha ferito e con la ​vita stessa. Pensiamo che la situazione sia ingiusta e può capitare di sentirci responsabili in qualche modo ​perché non siamo riusciti a evitare la perdita anche se, in realtà, non è dipeso da noi.

3 Stadio Patteggiamento o contrattazione: è il momento in cui cerchiamo di capire cosa siamo in grado di ​fare e in quali situazioni possiamo di nuovo investire emotivamente. La perdita tuttavia non è ancora stata ​elaborata e il dolore può ritornare da un momento all’altro: è il periodo degli “alti e bassi”!

4 Fase della Depressione: c'è un alternarsi di momenti di dolore e tentativi di reagire. In questa fase ​iniziamo a prendere atto di ciò che abbiamo perso. Il dolore fa ancora tanto male, è vivo, forte e presente. Le ​conseguenze sono anche a livello fisico: è possibile che compaiano mal di testa, aumento o perdita del peso ​corporeo, irritabilità, insonnia o sonnolenza.

5 Fase dell’accettazione: con il tempo le cose iniziano a cambiare e ciò ci permette di completare il processo ​di elaborazione e, quindi, di accettare la perdita. Questa fase ci consente di sentirci pronti a riprendere in ​mano la nostra vita. Voltare pagina non significa dimenticare o non provare più dolore; vuol dire andare ​avanti nonostante la sofferenza, dando un senso a quella perdita.

POST 24

Qual è il significato di “insegnare”?

"INSEGNARE VUOL DIRE COMUNICARE, ESSERE CARISMATICI, TRASCINARE E PLAGIARE"

Cit. Umberto Galimberti Psicoanalista, filosofo e saggista


Comunicazione: quando siamo in un gruppo, pur parlando la stessa lingua, non è detto che una definizione ​univoca possa essere chiara a tutti. Bisogna saper quindi saper essere flessibili in modo da poter rendere ​chiaro un concetto a qualsiasi membro.

Trascinare: nel senso di saper coinvolgere e far appassionare a sua volta l'altro in ciò che si sta affrontando.

Plagiare: nel senso di saper fare proprio un argomento altrui, privandosi di giudizi. Se rendo mio un ​concetto, questo sarà più facile da comunicare e insegnare all'altro.

Carisma: qualità personale di presenza o fascino che "cattura" l'attenzione dell'altro e lo rende attivamente ​partecipe alla lezione.


L'insegnamento, quindi, non si esaurisce solo con la spiegazione di un dato argomento, ma esige, da parte del ​docente, l'avere le caratteristiche prima elencate.

Nel Codice Deontologico degli psicologi esiste proprio un articolo sull'insegnamento: nell’art. 20 si può ​leggere che “nella sua attività di docenza, di didattica e di formazione lo psicologo stimola negli studenti, ​allievi e tirocinanti l’interesse per i principi deontologici, anche ispirando ad essi la propria condotta ​professionale”. Tale formazione non deve avvenire solo attraverso contenuti informativi, ma anche ​attraverso l’esempio. Questo implica anche trattare lo studente/tirocinante come un futuro collega e non ​come un subordinato.

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Tutti abbiamo delle capacità!

Ognuno di noi ha delle capacità! Purtroppo il contesto in cui viviamo è un contesto ​prettamente competitivo e che ci carica di aspettative.

Spesso, si tende a soffermarsi SOLO sulle difficoltà, invece che prestare attenzione ​alle POTENZIALITA' che ognuno di noi possiede.


Concediti del tempo per riflettere su tutto ciò che hai fatto fino ad oggi, ai sacrifici ​che hai fatto, alle cose che hai dovuto affrontare e che, seppur difficili, sei ​comunque arrivat* dove sei oggi.

Poniti degli obiettivi, ma non paragonare il tuo percorso, i tuoi tempi e i tuoi ​strumenti con quelli degli altri. L'importante è raggiungere quell'obiettivo per te ​stess*!

POST 26

La Mancanza e il Desiderio

Definizione di Mancanza: il mancare, l’essere privo di qualche cosa; il fatto che ​qualche cosa manchi del tutto o non ve ne sia in misura sufficiente

Definizione di Desiderio: sentimento intenso che spinge a cercare il possesso, il ​conseguimento o l’attuazione; cercare di appagarsi, accontentarsi, sentirsi ​soddisfatto.


Mancanza e Desiderio devono coesistere perché l'uno è necessario all'altro! ​Avere/Sentire delle mancanze ci consente di capire ciò che vogliamo e, quindi, di ​avere dei desideri da cercare di soddisfare.

Esempio: Se ad un bambino regaliamo qualsiasi cosa che pensiamo possa volere e/o ​servigli prima ancora che abbia la possibilità di "chiederlo", non avrà mai ​l'occasione di capire ciò che lui vorrebbe e, quindi, di conoscere anche sè stesso.

Cambiamo il nostro punto di vista!

Avere delle mancanze non è una brutta cosa! Anzi è quello stimolo che ci consentirà ​di attivarci per raggiungere i nostri obiettivi!

POST 27

Io e me stess*

Spesso ci preoccupiamo di come gli altri ci vedono, cosa pensano di noi, come ​cambiare per essere accettati, come fare per essere all'altezza...

Queste preoccupazioni nascono da un sentimento che sta ben radicato dentro di noi: ​l'insicurezza.

Prestiamo attenzione a non confondere dei gesti di altruismo e/o i sacrifici che ​magari ci sentiamo di fare per riuscire a stare accanto a qualcuno, con il sentirci ​"non abbastanza, non capaci" che ci porta a cambiare pur di stare con qualcuno.

L'immagine e l'autostima che ho di me stess*, mi consente di stare bene sia quando ​sono da sol* che quando sono in un gruppo, senza doversi sforzare di trovare sempre ​le cose giuste da dire o da fare, ma sentendosi liber* e seren* di poter essere IO!

POST 28

Perché non nascondersi dalla paura

Pur quanto ci possa spaventare, è solo con l'approfondimento e la conoscenza ​della nostra paura che possiamo affrontarla e imparare a gestirla! Siamo ​abituati a ragionare con emozioni positive ed emozioni negative, come se ​provare le seconde sia una cosa sbagliata.

NON è così!

Se comprendiamo la paura allora, poi, possiamo accedere ad una sensazione di ​serenità, a partire proprio dal fatto che ci farà meno paura.

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Motivazione

La motivazione è l'insieme dei fattori dinamici aventi una data origine che spingono il ​comportamento di un individuo verso una data meta.

ESISTONO 2 TIPI DI MOTIVAZIONE:

  • la motivazione estrinseca: avviene quando una persona si impegna in un'attività per scopi che ​sono estrinseci all'attività stessa, quali, ad esempio, ricevere lodi, riconoscimenti, buoni voti ​o per evitare situazioni spiacevoli;
  • la motivazione intrinseca: avviene quando una persona si impegna in un'attività perché la ​trova stimolante e gratificante di per sé, e prova soddisfazione nel sentirsi sempre più ​competente.

Si ha mancanza di motivazione quando il focus è solamente esterno e la persona si sente ​incapace di agire su sé stessa. Manca di conseguenza il piacere e la soddisfazione che deriva ​dalla semplice partecipazione. Ciò accade perché si è portati a compiere azioni e scelte per ​adattarsi all'ambiente esterno e compiacere ciò che è presente fuori dalla persona, invece che ​mantenere il focus su sè stessi.

Coração e Abraço

Lo devo fare per

me stess*

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Dovere o Volere

Ci sono situazioni in cui ci capita di "confondere" il volere con il dovere!

Il senso del dovere avviene quando una persona non si limita a dare importanza a ​essere partecipe, collaborativo e ad aiutare gli altri, ma tende ad esagerare e ​finisce per essere intrappolato in un'ansia dove DEVE riuscire a fare tutto.


Voglio o Devo partecipare? Voglio o Devo aiutare? Voglio o Devo collaborare?

Si può sempre scegliere!


Possiamo cercare di spronarci a dare/fare qualcosa in più, ma è importante ​ascoltare quando abbiamo le risorse per farlo.

Come facciamo ad aiutare gli altri se ad esempio in primis quel giorno abbiamo noi ​bisogno di aiuto?!

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Perché è importante amarsi

Amarsi, stimarsi e avere in considerazione il proprio valore non significa ​"essere arrivati" o che ci si sente migliore rispetto agli altri.

Amarsi è un punto di partenza in cui iniziamo a smettere di paragonarci agli ​altri e diamo importanza alle nostre valutazioni, ai nostri valori e ai nostri ​obiettivi.

Non amarsi porta, invece, a non aver strutturato un proprio senso d'identità ​permanente e, quindi, anche l'immagine che si ha di noi stessi si lascia ​influenzare dalle emozioni a tal punto da non credere in noi stessi.

Se mi amo:

  • Crederò di più in me stess*
  • Non cercherò amore da chi non mi ricambia e/o apprezza
  • Sarò io a decidere il mio valore
  • Potrò essere me stess* e non come penso che il contesto mi voglia

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ASCOLTATI

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Impara a vivere con

te stess*

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Accetta

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Ama te stess*

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Come comunicare con i figli

Come aiutare tuo/a figlio/a a comprendere e raggiungere i propri obiettivi anziché le ​aspettative degli altri?

Ti è mai capitato di dire o sentire queste frasi?

"Non sei uno che molla... Se cambi idea ogni volta non concluderai mai nulla nella vita.. Si ​devono portare a termine le cose che si iniziano anche se non ci piacciono... Cosa penserà x di ​te?... Se molli gli altri ci rimarranno male... Abbiamo speso tanti soldi per fartelo fare!"

I bambini possono così imparare a mettere da parte i propri desideri, pensieri e ​bisogni pur di riuscire a soddisfare le aspettative che gli altri hanno su di loro. ​Cercheranno di fare ciò per evitare di deludere qualcuno.

Questo potrebbe, quindi, portarli ad assumere già da bambini un comportamento nel ​quale metteranno gli altri prima di loro stessi poiché altrimenti si sentirebbero in ​colpa.

E' importante sostenere i propri figli e spronarli nelle attività che svolgono, ​ma ricordando che sono in una fase esplorativa e proprio per tale motivo ​potrebbero, durante il percorso, rendersi conto che qualcosa non gli piaccia o ​non gli appartenga.

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Come comunicare con i figli

Spesso si sottovaluta la capacità di comprensione di un bambino e si dimentica che gli ​“sbagli” che compie sono dovuti al fatto che sta esplorando e solo in questo modo avrà ​la possibilità di capire che ad una causa c’è poi una conseguenza.

Perché non bisogna sculacciare i bambini?

Perché è una punizione che non li porta a comprendere, ma solo ad avere paura! ​Inoltre, in questo modo il bambino imparerà a socializzare attraverso l’aggressività ​invece che con la comunicazione. I bambini non vanno puniti, ma vanno educati.

Attenzione poi al verbo essere!

Altra cosa che a volte commettiamo è quella di dire ad es.: “Sei uno stupido!” Potrebbe ​sembrare superfluo, ma in una fase così delicata nel loro sviluppo, i bambini prendono ​per vero ciò che il genitore gli dice e ciò influenza anche la loro autostima.

Impariamo a parlare con i bambini e loro impareranno a parlare con noi.

Anche la genitorialità è un percorso. Quindi non si tratta di essere cattivi genitori, ma ​semplicemente di mettersi nella stessa condizione dei bambini e cioè, in quella della ​crescita. Non chiediamoci di avere subito la risposta adatta, ma di trovare insieme la ​soluzione.

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Come aiutare i figli

Come aiutare tuo/a figlio/a a comprendere e raggiungere i propri obiettivi anziché le ​aspettative degli altri?

Ti è mai capitato di dire o sentire queste frasi?

"Non sei uno che molla... Se cambi idea ogni volta non concluderai mai nulla nella vita.. Si ​devono portare a termine le cose che si iniziano anche se non ci piacciono... Cosa penserà x di ​te?... Se molli gli altri ci rimarranno male... Abbiamo speso tanti soldi per fartelo fare!"

I bambini possono così imparare a mettere da parte i propri desideri, pensieri e ​bisogni pur di riuscire a soddisfare le aspettative che gli altri hanno su di loro. ​Cercheranno di fare ciò per evitare di deludere qualcuno.

Questo potrebbe, quindi, portarli ad assumere già da bambini un comportamento nel ​quale metteranno gli altri prima di loro stessi poiché altrimenti si sentirebbero in ​colpa.

E' importante sostenere i propri figli e spronarli nelle attività che svolgono, ​ma ricordando che sono in una fase esplorativa e proprio per tale motivo ​potrebbero, durante il percorso, rendersi conto che qualcosa non gli piaccia o ​non gli appartenga.

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Problem Solving

Problem solving significa “risoluzione di un problema” e indica una capacità ​finalizzata all'analisi e alla risoluzione dei problemi usando tecniche e metodi ​pensati ad hoc per poter raggiungere l’obiettivo.

Tutti noi abbiamo/incontriamo delle difficoltà in vari ambiti della nostra vita, ​ma dobbiamo ricordarci di avere questa capacità poiché, ad ogni problema ​possiamo trovare una soluzione.

Non riesci / non puoi fare qualcosa?

RICORDATI DELLA CAPACITA’ “PROBLEM SOLVING”!

Mi fermo, analizzo e cerco uno strumento, una tecnica o un mezzo che mi aiuti ​a compensare la mia difficoltà e a raggiungere comunque il mio obiettivo!

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Genitori - Coppia - Individui

Diventare genitori fa entrare in una nuova dimensione dove ogni aspetto della realtà cambia completamente: cambiano le ​priorità, gli orari e lo spazio.

Per di più sono cambiate anche le generazioni. Quante risorse hanno ad oggi i genitori per poter essere supportati nel poter ​riprendere la loro quotidianità, i loro lavoro, ecc? Ad oggi, molti nonni sono ancora dei lavoratori e questo potrebbe ​incidere sulla gestione spazio-temporale dei genitori per i propri impegni, che siano lavorativi o che siano personali.

Ma... Non siamo solo genitori!

Comprendendo, dunque, tutte le difficoltà a cui i genitori incorrono, è importane ricordarsi però che, oltre ad essere ​genitori, siamo anche mogli/mariti, compagne/compagni e donne/uomini. Riflettere e lavorare sulle relazioni diventa, ​quindi, fondamentale per fare in modo che non si inneschi il senso di colpa e che, soprattutto, quest’ultimo non prenda il ​sopravvento nelle scelte che ci ritroverà a dover fare.





Se pensiamo alla relazione seguendo questa immagine, ci accorgiamo che le due persone interessate non devono attivarsi ​per andare direttamente verso l’altro, ma per portare qualcosa verso la loro relazione. Questo implica quindi, che IO e ​l’ALTRO non sono solo coppia, ma sono anche due individui e per essere tali devono poter coltivare anche altri loro spazi ​per far sì di avere qualcosa da portare anche nella relazione.

«Non hai avuto modo di scegliere i genitori che ti sei trovato, ma hai modo di poter scegliere quale genitore potrai essere»

Marian Wright Edelman

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Perché non utilizzare dispositivi elettronici prima di dormire?

Inizio spiegando cos’è la melatonina.

La melatonina è un ormone molto importante dato che regola il ritmo circadiano ​dell'organismo. Il nostro corpo inizia a produrla attorno alle 21:00, con la ​riduzione della luminosità, e termina attorno alle 7:00, proprio perché la sua ​secrezione dipende dalla luce.

Le luci non sono tutte uguali!

Luce BLU -> AUMENTA LA VIGILANZA (CORTISOLO E SEROTONINA) SOPPRIME ​LA PRODUZIONE DI MELATONINA RITARDA L'INSORGENZA DEL SONNO E NE ​PEGGIORA LA QUALITA' LED - TELEVISORI - TABLET - SMARTPHONE

Luce ROSSA -> NON SOPPRIME LA PRODUZIONE DI MELATONINA E' DA ​PREFERIRE DAL TARDO POMERIGGIO IN POI (COMPRESI I RISVEGLI NOTTURNI).


UTILIZZARE, QUINDI, DISPOSITIVI A LUCE BLU PRIMA DI ANDARE A DORMIRE, ​INTERFERISCE CON LA PRODUZIONE DI MELANINA E CIO’ SI RIPERCUOTE SULLA ​QUALITA’ DEL SONNO.

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Perché non utilizzare dispositivi elettronici prima di dormire?

Inizio spiegando cos’è la melatonina.

La melatonina è un ormone molto importante dato che regola il ritmo circadiano ​dell'organismo. Il nostro corpo inizia a produrla attorno alle 21:00, con la ​riduzione della luminosità, e termina attorno alle 7:00, proprio perché la sua ​secrezione dipende dalla luce.

Le luci non sono tutte uguali!

Luce BLU -> AUMENTA LA VIGILANZA (CORTISOLO E SEROTONINA), SOPPRIME ​LA PRODUZIONE DI MELATONINA E RITARDA L'INSORGENZA DEL SONNO E NE ​PEGGIORA LA QUALITA' (es. LED - TELEVISORI - TABLET - SMARTPHONE)

Luce ROSSA -> NON SOPPRIME LA PRODUZIONE DI MELATONINA ED E' DA ​PREFERIRE DAL TARDO POMERIGGIO IN POI (COMPRESI I RISVEGLI NOTTURNI).


UTILIZZARE, DUNQUE, DISPOSITIVI A LUCE BLU PRIMA DI ANDARE A DORMIRE, ​INTERFERISCE CON LA PRODUZIONE DI MELANINA E CIO’ SI RIPERCUOTE SULLA ​QUALITA’ DEL SONNO.