Dr.ssa Veronica Gelfi
Tirocinio curricolare Centro diurno per minori della Comunità Emmaus, Verdello
Laurea triennale in Scienze Psicologiche presso l’Università degli Studi di Bergamo
Tirocinio curricolare presso ASST-PG 23
Laurea magistrale in Psicologia Clinica presso Università degli Studi di Bergamo
Corso di formazione “LE DISABILITÀ SENSORIALI INTERVENTI DI SOSTEGNO E INCLUSIONE”
Tirocinio Professionalizzante Psicologia presso Fondazione Giovanni XXIII Autismi e Terapie Onlus, Valbrembo
Corso Tutor DSA e ADHD
assistente educatrice e assistente alla comunicazione
Specializzazione in Psicoterapia presso iclEs - istituto per la clinica dei legami sociali
Mi occupo di consulenza e supporto psicologico
Ricevo su appuntamento presso:
via Roma 50, Osio Sotto
Via Roma 61/63, Medolago
Consulenza
anche
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3519740289
dottoressa.gelfi@gmail.com
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Mi presento
Mi sono laureata in Psicologia Clinica presso l'Università degli Studi di Bergamo e sono iscritta all'Ordine degli Psicologi della Lombardia con il numero 24905. Attualmente mi sto specializzando in psicoterapia presso ICLeS di cui orientamento, seguendo l’insegnamento di Lacan e di Freud, dà particolare risalto all’adeguatezza della psicoanalisi a trattare le patologie dei legami: aiutare la persona nelle sue relazioni con le altre persone e nei vari momenti della sua vita (al lavoro, a casa, fra amici ecc…) affinché possa ritrovare un suo benessere in quelle situazioni che, invece, gli provocano disagio o ansia o angoscia.
Inoltre, sono tutor dell'apprendimento e quindi, specializzata in metodologie, didattiche e relazionali, sui disturbi dell'apprendimento specifico.
L'obiettivo del mio lavoro è quello di favorire il 𝗯𝗲𝗻𝗲𝘀𝘀𝗲𝗿𝗲 delle persone, potenziare le risorse e accompagnare gli individui, le coppie, le famiglie e le organizzazioni in particolari momenti critici o di difficoltà.
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STOP ai luoghi comuni
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NON ANALIZZARMI
Lo psicologo evita commistioni tra ruolo professionale e vita privata.
NON VOGLIO ESSERE GIUDICAT*
Lo psicologo non assolve e non giudica!
Aiuta le persone ad essere più consapevoli di quello che fanno e soprattutto dei motivi per cui lo fanno
dallo psicologo va chi è matto! io parlo con il mio amico.
Dallo Psy non va chi è matto, ma chi ha bisogno di aiuto per affrontare situazioni circoscritte, per affrontare situazioni difficili o per conoscere meglio se stessi! Lo psy impiega metodologie di sicura fondatezza scientifica e rispetta diritti, valori, credenze e opinioni dei propri pazienti.
NON SONO UN/UNA DEBOLE
Chiedere aiuto non significa essere deboli. Tutt'altro. Tutti noi abbiamo la capacità di affrontare la maggior parte delle situazioni, ma avere la forza di chiedere aiuto per quelle situazioni che possono essere più complicate e crearci maggiore e disagio evita di dover contare solo sulla propria forza. Facciamolo insieme!
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Lo Psicologo deve attenersi al Codice Deontologico
Il Codice Deontologico degli Psicologi Italiani raccoglie le norme di comportamento a cui qualunque psicologo deve strettamente attenersi nello svolgimento della propria attività, la cui osservanza è necessaria alla realizzazione di una buona pratica professionale, in qualsiasi ambito essa si eserciti. Di seguito alcuni dei suoi articoli:
Art. 3
Lo psicologo considera suo dovere accrescere le conoscenze sul comportamento umano ed utilizzarle per promuovere il benessere psicologico dell’individuo, del gruppo e della comunità
Art. 5
Lo psicologo è tenuto a mantenere un livello adeguato di preparazione e aggiornamento professionale, con particolare riguardo ai settori nei quali opera
Art. 11
Lo psicologo è strettamente tenuto al segreto professionale
Art. 28
Lo psicologo evita commistioni tra il ruolo professionale e vita privata che possano interferire con l’attività professionale o comunque arrecare nocumento all’immagine sociale della professione.
Art. 33
I rapporti fra gli psicologi devono ispirarsi al principio del rispetto reciproco, della lealtà e della colleganza
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Ordine Psicologi Lombardia
L’OPL è un Ente pubblico sul quale vigila il Ministero della Salute, strutturato a livello regionale e provinciale. Gli iscritti all'Albo che costituiscono l'Ordine degli Psicologi sono psicologi e/o psicoterapeuti autorizzati ad esercitare la professione.
Puoi trovare anche me!
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Qual è un buon metodo di studio?
Per aver un “buon metodo di studio” occorre sviluppare un’attitudine alla flessibilità, che consente di gestire i diversi aspetti dell’esperienza di apprendimento scolastico:
emotivo, cognitivo e metacognitivo.
Altro aspetto importante è la motivazione: uno studente deve studiare per far sì che si crei un bagaglio culturale che gli consenta di raggiungere i suoi sogni ed essere una persona il più possibile preparata agli ostacoli che la vita gli presenterà.
Inoltre, c’è da tenere in considerazione l’ansia da valutazione: di fronte ad un contesto valutativo può capitare che l’ansia dovuta dalla prestazione vada ad influire sulla prestazione. Imparare a gestire le proprie emozioni ci consente di avere prestazioni migliori raggiungendo quindi gli obiettivi prefissati.
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Planning Settimanale
Il planning settimanale è un calendario che puoi mettere sulla tua scrivania per avere una panoramica di tutti gli impegni da dover completare nell'arco della settimana lavorativa/scolastica in corso.
Ti consente di avere un'organizzazione migliore evitando, quindi, di ritrovarti il giorno prima di una scadenza con una "montagna" di lavoro da fare.
E' perfetto sia per un'organizzazione scolastica e sia per quella lavorativa!
scarica il modello di planning qui sotto
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Prenditi un momento per te stess*
Concedersi del tempo ci permette di entrare più a contatto con noi stessi e con le nostre emozioni. Ma non solo! Ci consente anche di comprendere meglio delle situazioni e a ritrovare il proprio equilibrio. Ci sono diversi modi per farlo.
Ognuno sceglie ciò che lo fa stare meglio: fare sport, ascoltare la musica, scrivere, meditare, leggere, ecc...
Io per farlo utilizzo la musica. Ho una playlist che mi aiuta ad esplorare le emozioni che provo. Spesso, mentre l'ascolto, provo a descrivere il tutto nel mio diario.
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SENTIRE non è uguale ad ASCOLTARE
Per Sentire basta semplicemente usare l’udito. Sentiamo suoni, parole, rumori ecc ma senza prestargli attenzione.
Per Ascoltare, invece, è necessario prestare attenzione. È fondamentale comprendere fatti, opinioni, sentimenti altrui, mettersi nei panni dell’altro, capirne il punto di vista.
Siamo noi a sceglierlo!
Come?
Decidendo a cosa prestare attenzione e, quindi, a decidere chi/cosa è importante per noi!
Impariamo a cogliere i dettagli perché ci possono fare capire cose che altrimenti sarebbero difficili da comprendere.
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Salute emotiva
Il benessere emotivo si riferisce alla consapevolezza e alla sintonia con le proprie emozioni. Essere emotivamente sani significa essere in grado di riconoscere i propri sentimenti, affrontarli e gestirli.
Perché è importante? Le nostre emozioni e il modo in cui le affrontiamo possono avere un impatto sulla nostra produttività e le nostre relazioni. Inoltre, hanno un impatto sulla salute fisica e mentale, perché vanno "a braccetto" quando si tratta di benessere generale.
È importante riuscire a gestire le nostre emozioni.
Prendersi cura del proprio benessere emotivo comporta anche prendersi cura di se stessi a livello mentale e fisico.
Riconosci il tuo valore mangiando bene, dormendo abbastanza e vivendo consapevolmente.
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Chiedere aiuto NON significa essere “malati”
Nella nostra società siamo abituati ad un concetto di cura inteso come guarigione da una malattia, ma non sempre il termine cura è da intendersi in questo senso.
Prendersi cura è prestare attenzione, dedicarsi del tempo e darsi l'obiettivo di:
Andare dallo psicologo non significa quindi che, dato che si prova del malessere, si è malati!
La seduta è uno spazio di riflessione e di lavoro sulle difficoltà che si sta affrontando e sulle emozioni che si provano. Uno spazio che non è giudicante. E' un processo di cambiamento che ha l'obiettivo di far trovare alla persona modalità più adattive di pensare e agire, di sviluppare una maggiore consapevolezza dei propri sentimenti ed una maggiore capacità di entrare in contatto e di riconoscere le proprie emozioni modificando allo stesso tempo le proprie percezioni e gli atteggiamenti verso se stessi e verso gli altri.
L'obiettivo del lavoro psicologico è quello di prevenire il disagio psicologico e di promuovere la salute e il benessere della persona. Aiutarla a ritrovare un equilibrio psico-somatico.
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Conosci le emozioni?
Le emozioni sono un aspetto fondamentale della vita umana; insorgono molto velocemente tanto che spesso non si è consapevoli dei processi mentali che le innescano. Un evento può non scatenare in tutti la stessa emozione. Ciò che la scatena può dipendere anche dall'esperienza soggettiva della persona.
Secondo Darwin, le emozioni e le espressioni facciali sono universali e comuni a tutti gli esseri umani a prescindere dalle variazioni culturali. Ekman e Friesen tramite una ricerca confermarono la tesi sull’universalità delle emozioni. Provarono che ogni emozione presenta un insieme di espressioni comune a tutti. Ciò che invece varia da una cultura all’altra sono le regole di esibizione.
Le emozioni primarie sono: tristezza, paura, sorpresa, felicità, rabbia e disgusto.
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Cosa sono i sogni? Tutti sogniamo?
Il sogno è un fenomeno psichico legato al sonno, in particolare alla fase REM, caratterizzato dalla percezione di immagini e suoni riconosciuti come apparentemente reali dal soggetto sognante. Ha 2 contenuti:
Se hai sognato il lupo, allora vuol dire che... Se hai sognato che quella persona moriva, allora vuol dire che... Se hai sognato che scappavi, allora vuol dire che... allora vuol dire che... NO!!!
Non esiste una spiegazione univoca di un sogno. Proprio perché i sogni hanno due contenuti, per poter procedere con l'analisi al fine di dedurne un'interpretazione, bisogna lavorare sul singolo sogno e, più precisamente, sul suo contenuto LATENTE.
Esempio: il fatto che io sogni lo stesso animale che ha sognato un'altra persona, non vuol dire che i nostri sogni abbiano lo stesso significato.
Il contenuto latente che sta dietro a quello manifesto è condizionato dalle nostre pulsioni, dai nostri desideri, dalle nostre emozioni e dai nostri ricordi.
Tutti sogniamo, ma non tutti ricordiamo ciò che abbiamo sognato.
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Il magico numero 7 +/-2
"Il magico numero sette, più o meno due: è uno dei più famosi e citati articoli di psicologia e fu pubblicato nel 1956 dallo psicologo George A. Miller. L'articolo apparentemente afferma che il numero di oggetti che una mente umana media può tenere in mente mentre è in funzione è 7 ± 2. Questa è conosciuta anche come la Legge di Miller. Ricerche successive sulla memoria a breve termine e sulla memoria di lavoro hanno rivelato che la durata della memoria non è costante nemmeno se misurata in un numero di blocchi indipendenti. Il numero di blocchi che un essere umano può richiamare immediatamente dopo la presentazione dipende dalla categoria utilizzata (ad esempio, l'intervallo è circa sette per le cifre, circa sei per le lettere e circa cinque per le parole) e persino dalle caratteristiche delle sezioni all'interno di una categoria.
La parcellizzazione è utilizzata dalla memoria a breve termine del cervello come metodo per mantenere accessibili gruppi di informazioni per un facile richiamo.
Facciamo un esempio: un numero di telefono è di solito composto da 10 cifre. Piuttosto che memorizzarle singolarmente, la nostra memoria viene facilitata se suddividiamo in piccoli gruppi il numero di telefono così che, invece, che ricordare 10 cifre è come se chiedessimo alla nostra memoria di ricordare 4 gruppi di numeri.
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Cosa succede in una seduta dallo psy?
La seduta è:
Lo psicologo mette a disposizione le proprie conoscenze proprio per aiutare la persona in questo processo di cambiamento garantendo uno spazio che gli consenta di esplorare, riflettere, provare, piangere, ridere, stare male, stare bene in modo che possa trovare una "risposta" alla sua "domanda".
"sono stressata... non so più come fare.." "ma perché gli altri mi devono sempre fare/dire..." "sono stanca di alcuni atteggiamenti.. come faccio a.." "vorrei sentirmi libero di..." "e ma se lo faccio poi??"
Ci poniamo moltissime domande. Ognuno di noi ha la sua storia. Non esiste una risposta che vada bene per tutti ed è per questo che si parla di percorso psicologico. Lo psicologo lavora insieme alla persona in questo percorso.
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L’invidia
L’invidia è un sentimento spiacevole che si prova per un bene o una qualità altrui che si vorrebbero per sé, accompagnato spesso da avversione e rancore per colui che invece possiede tale bene o qualità. Esistono però 3 tipologie di invidia.
invidia ammirativa è la forma più utile di questa emozione: ci segnala ciò che desideriamo e
può trasformarsi in una sana competizione (“se lui può allora posso anch’io”).
invidia passiva è tipica di chi si sente sempre vittima di ingiustizia (“perché lui si e io no?
Non è giusto!). In questo caso l’invidia ha una forma meno aggressiva ma comunque
disfunzionale: sappiamo cosa desideriamo ma anziché muoverci per ottenerlo ci limitiamo a
lamentarci.
invidia distruttiva è la più pericolosa perché ha come obiettivo danneggiare chi invidiamo.
In questa tipologia di invidia è frequente che, oltre al tentativo di danneggiare, si cerchi di
svalutare la persona di cui siamo invidiosi. A volte, questa sensazione fa si che l'invidioso
"auguri" che accada qualcosa di spiacevole alla persona invidiata.
Provare a denigrare o danneggiare l’altro può dare un po’ di sollievo ma non risolve il vero problema: il mancato apprezzamento di noi stessi!
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Drop-out scolastico
Il termine drop-out significa “caduti fuori”, e si riferisce a ragazzi che abbandonano gli studi prima di aver conseguito un diploma o una laurea.
Chi sono gli studenti che abbandonano? E come mai?
Rispondere non è semplice perché le motivazioni possono essere diverse. La cosa di sicuro molto importante sarebbe quella di lavorare sulla motivazione. Con motivazione non mi riferisco al fatto di voler "andare bene" a scuola, di prendere bei voti. La motivazione riguarda ciò che sta dietro alla volontà di raggiungere i propri obiettivi.
Qualsiasi sia l'obiettivo, la motivazione che mi spinge a raggiungerlo, deve riguardare NOI STESSI!
NO perchè i miei genitori sarebbero felici (questa è una cosa in più)
NO perchè così posso andare a fare l'allenamento
NO perchè così mi comprano....
NO perchè è giusto
Bisogna entrare nell'ottica che apprendere e imparare deve essere importante per sè stessi, per crearsi un proprio bagaglio culturale, per consentirci di spianarci una strada che ci faccia raggiungere i propri obiettivi e desideri. Non è importante quale scuola io stia facendo, l'importante è che mi consenta di fare un domani ciò che IO voglio fare!
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L’importanza della comunicazione nella relazione
Succede che, in alcune relazioni, vi sia la difficoltà nell'esprimere le proprie emozioni o i propri punti di vista. Non intendo per forza relazioni "amorose", ma le intendo nel senso più generale del termine (amicizia, famiglia, lavoro...).
Ma come trovare il coraggio di farlo? Come comunicare in modo efficace al fine di instaurare un rapporto più profondo, risolvere i problemi, ed evitare malintesi?
Innanzitutto, è importante creare nella quotidianità momenti di condivisione che possano abituarci a parlare, condividere e riflettere su ciò che ci accade. Se rendiamo questa dinamica una cosa spontanea, potrebbe aumentare un senso di fiducia e un'apertura verso l'altro.
La comunicazione permette di creare nella relazione nuovi momenti per far emergere anche particolari dell'altro che magari non conoscevamo. E' importante come si passa il tempo insieme e non quanto.
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Tratto di personalità o disturbo di personalità?
Ognuno di noi ha una sua personalità. In psicologia, spesso, si sente parlare di "tratti di personalità", da non confondere con i "disturbi di personalità". La differenza sostanziale sta nel fatto che mentre nei primi le persone hanno comunque un comportamento FUNZIONALE e che, quindi, gli consente di vivere la propria quotidianità con un certo equilibrio, nei disturbi di personalità quest'ultimo viene a mancare.
Uno degli esempi più ricorrenti è quello in cui la persona pensa di avere un "disturbo ossessivo-compulsivo" poiché tende ad essere perfezionista nel suo lavoro. Non è esattamente così. Ripeto: un disturbo è tale quando non consente alla persona di gestire in maniera funzionale le proprie abitudini o i propri lavori fino al punto da farle perdere il controllo della situazione.
IMPORTANTE: FACCIAMO ATTENZIONE ALLE PAROLE"
Non autodiagnosticatevi dei "disturbi" leggendo cose da internet! Per le diagnosi ci sono dei professionisti che hanno alle spalle tanti anni di studio e che sono specializzati nella diagnostica. Una ricerca fatta su Google vi mostrerà quello che voi andrete a ricercare! Non abbiate paura di chiedere supporto ai diretti professionisti.
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Il Silenzio
Spesso si associa al silenzio una situazione che provoca imbarazzo, come se il silenzio fra due o più persone debba per forza significare una mancanza di argomentazione.
Ma non è sempre così!
Nel silenzio, se "impariamo ad ascoltarlo", ci sono tantissime parole, pensieri, emozioni. Rispettandolo, potremmo scoprire nuove cose su di noi e su chi abbiamo di fronte.
A volte, non vogliamo sentirci dire cose, magari vogliamo proprio solo del silenzio accompagnato da un abbraccio o un gesto di conforto che basta a farci capire che l'altro c'è per noi.
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La Gioia e i suoi benefici
La gioia è una risposta emotiva che può essere percepita con intensità diverse. Il sorriso è una delle caratteristiche fisiche della gioia ed essa è l’unica emozione in grado di generarlo in maniera autentica.
A livello comportamentale la gioia crea una sensazione di libertà e leggerezza. L’individuo tende a sorridere di più, a garantire maggiore attenzione e ad essere più creativo.
A livello fisico le esperienze psicologiche positive hanno una connessione diretta con dei cambiamenti nel nostro corpo. Uno stato emotivo stabile è garanzia di un corpo in salute. “Mente sana in corpo sano” Inoltre, questa emozione porta alla generazione di serotonina, un neurotrasmettitore che aiuta la riduzione dell’ansia.
A livello relazionale mantenere uno stato di gioia costante permette di migliorare la percezione del mondo. Tutto ciò si riflette in un migliore adattamento all’ambiente circostante, che sia quello della famiglia o il posto di lavoro.
Quindi, grazie alla gioia, la consapevolezza dell’individuo viene aumentata, così come l’energia e la vitalità. Migliora la produzione creativa e favorisce l’evocazione dei ricordi positivi. Infine è un ottimo antidoto per il disagio.
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Buoni propositi
Come e perché progettarli?
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L’Ansia
L’ansia di per sé non è un fenomeno anormale. Si tratta di un’emozione di base, che comporta reazioni cognitive, comportamentali e fisiologiche quando una situazione viene percepita soggettivamente come pericolosa, minacciosa e nei cui confronti non ci riteniamo sufficientemente capaci di reagire. Quando l’ansia diventa estrema, incontrollabile, ingiustificata o sproporzionata rispetto alle situazioni può complicare notevolmente la vita di una persona e renderla incapace di affrontare anche le più comuni situazioni. Un intervento professionale può aiutare la persona a gestire i sintomi così fastidiosi e invalidanti.
L'ansia è anche una RISORSA.
E’ infatti una condizione fisiologica efficace in molti momenti della vita per proteggerci dai rischi, mantenere lo stato di allerta e migliorare le prestazioni (ad es., sotto esame). In che modo? Ipotizzando di trovarsi in una situazione di reale pericolo, l’organismo in ansia ha bisogno della massima energia muscolare a disposizione per poter scappare o attaccare in modo più efficace possibile, scongiurando il pericolo e garantendosi la sopravvivenza. L'ansia è quindi in grado di attivare questa energia.
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Quando tornerò a stare bene? L’elaborazione del lutto
Le fasi del lutto, o più in generale per ogni perdita che ci troviamo a vivere, richiedono del tempo per poter essere elaborati. In psicologia si parla di 5 fasi del lutto che rappresentano un cammino ben preciso che ogni persona si trova ad affrontare dopo la perdita e che possono ovviamente essere diverse da caso in caso.
1 Fase del Rifiuto e Negazione: quando affrontiamo una perdita che ci causa molto dolore il nostro organismo cerca di difenderci da una simile sofferenza, negandola. Neghiamo quindi l’accaduto a causa dello stato di shock dovuto alla perdita.
2 Fase della Rabbia: quando cominciamo a renderci conto di ciò che è accaduto, iniziamo a provare rabbia, a chiederci cosa abbiamo fatto per meritarci questa sofferenza, a sentirci arrabbiati con chi ci ha ferito e con la vita stessa. Pensiamo che la situazione sia ingiusta e può capitare di sentirci responsabili in qualche modo perché non siamo riusciti a evitare la perdita anche se, in realtà, non è dipeso da noi.
3 Stadio Patteggiamento o contrattazione: è il momento in cui cerchiamo di capire cosa siamo in grado di fare e in quali situazioni possiamo di nuovo investire emotivamente. La perdita tuttavia non è ancora stata elaborata e il dolore può ritornare da un momento all’altro: è il periodo degli “alti e bassi”!
4 Fase della Depressione: c'è un alternarsi di momenti di dolore e tentativi di reagire. In questa fase iniziamo a prendere atto di ciò che abbiamo perso. Il dolore fa ancora tanto male, è vivo, forte e presente. Le conseguenze sono anche a livello fisico: è possibile che compaiano mal di testa, aumento o perdita del peso corporeo, irritabilità, insonnia o sonnolenza.
5 Fase dell’accettazione: con il tempo le cose iniziano a cambiare e ciò ci permette di completare il processo di elaborazione e, quindi, di accettare la perdita. Questa fase ci consente di sentirci pronti a riprendere in mano la nostra vita. Voltare pagina non significa dimenticare o non provare più dolore; vuol dire andare avanti nonostante la sofferenza, dando un senso a quella perdita.
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Qual è il significato di “insegnare”?
"INSEGNARE VUOL DIRE COMUNICARE, ESSERE CARISMATICI, TRASCINARE E PLAGIARE"
Cit. Umberto Galimberti Psicoanalista, filosofo e saggista
Comunicazione: quando siamo in un gruppo, pur parlando la stessa lingua, non è detto che una definizione univoca possa essere chiara a tutti. Bisogna saper quindi saper essere flessibili in modo da poter rendere chiaro un concetto a qualsiasi membro.
Trascinare: nel senso di saper coinvolgere e far appassionare a sua volta l'altro in ciò che si sta affrontando.
Plagiare: nel senso di saper fare proprio un argomento altrui, privandosi di giudizi. Se rendo mio un concetto, questo sarà più facile da comunicare e insegnare all'altro.
Carisma: qualità personale di presenza o fascino che "cattura" l'attenzione dell'altro e lo rende attivamente partecipe alla lezione.
L'insegnamento, quindi, non si esaurisce solo con la spiegazione di un dato argomento, ma esige, da parte del docente, l'avere le caratteristiche prima elencate.
Nel Codice Deontologico degli psicologi esiste proprio un articolo sull'insegnamento: nell’art. 20 si può leggere che “nella sua attività di docenza, di didattica e di formazione lo psicologo stimola negli studenti, allievi e tirocinanti l’interesse per i principi deontologici, anche ispirando ad essi la propria condotta professionale”. Tale formazione non deve avvenire solo attraverso contenuti informativi, ma anche attraverso l’esempio. Questo implica anche trattare lo studente/tirocinante come un futuro collega e non come un subordinato.
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Tutti abbiamo delle capacità!
Ognuno di noi ha delle capacità! Purtroppo il contesto in cui viviamo è un contesto prettamente competitivo e che ci carica di aspettative.
Spesso, si tende a soffermarsi SOLO sulle difficoltà, invece che prestare attenzione alle POTENZIALITA' che ognuno di noi possiede.
Concediti del tempo per riflettere su tutto ciò che hai fatto fino ad oggi, ai sacrifici che hai fatto, alle cose che hai dovuto affrontare e che, seppur difficili, sei comunque arrivat* dove sei oggi.
Poniti degli obiettivi, ma non paragonare il tuo percorso, i tuoi tempi e i tuoi strumenti con quelli degli altri. L'importante è raggiungere quell'obiettivo per te stess*!
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La Mancanza e il Desiderio
Definizione di Mancanza: il mancare, l’essere privo di qualche cosa; il fatto che qualche cosa manchi del tutto o non ve ne sia in misura sufficiente
Definizione di Desiderio: sentimento intenso che spinge a cercare il possesso, il conseguimento o l’attuazione; cercare di appagarsi, accontentarsi, sentirsi soddisfatto.
Mancanza e Desiderio devono coesistere perché l'uno è necessario all'altro! Avere/Sentire delle mancanze ci consente di capire ciò che vogliamo e, quindi, di avere dei desideri da cercare di soddisfare.
Esempio: Se ad un bambino regaliamo qualsiasi cosa che pensiamo possa volere e/o servigli prima ancora che abbia la possibilità di "chiederlo", non avrà mai l'occasione di capire ciò che lui vorrebbe e, quindi, di conoscere anche sè stesso.
Cambiamo il nostro punto di vista!
Avere delle mancanze non è una brutta cosa! Anzi è quello stimolo che ci consentirà di attivarci per raggiungere i nostri obiettivi!
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Io e me stess*
Spesso ci preoccupiamo di come gli altri ci vedono, cosa pensano di noi, come cambiare per essere accettati, come fare per essere all'altezza...
Queste preoccupazioni nascono da un sentimento che sta ben radicato dentro di noi: l'insicurezza.
Prestiamo attenzione a non confondere dei gesti di altruismo e/o i sacrifici che magari ci sentiamo di fare per riuscire a stare accanto a qualcuno, con il sentirci "non abbastanza, non capaci" che ci porta a cambiare pur di stare con qualcuno.
L'immagine e l'autostima che ho di me stess*, mi consente di stare bene sia quando sono da sol* che quando sono in un gruppo, senza doversi sforzare di trovare sempre le cose giuste da dire o da fare, ma sentendosi liber* e seren* di poter essere IO!
POST 28
Perché non nascondersi dalla paura
Pur quanto ci possa spaventare, è solo con l'approfondimento e la conoscenza della nostra paura che possiamo affrontarla e imparare a gestirla! Siamo abituati a ragionare con emozioni positive ed emozioni negative, come se provare le seconde sia una cosa sbagliata.
NON è così!
Se comprendiamo la paura allora, poi, possiamo accedere ad una sensazione di serenità, a partire proprio dal fatto che ci farà meno paura.
POST 29
Motivazione
La motivazione è l'insieme dei fattori dinamici aventi una data origine che spingono il comportamento di un individuo verso una data meta.
ESISTONO 2 TIPI DI MOTIVAZIONE:
Si ha mancanza di motivazione quando il focus è solamente esterno e la persona si sente incapace di agire su sé stessa. Manca di conseguenza il piacere e la soddisfazione che deriva dalla semplice partecipazione. Ciò accade perché si è portati a compiere azioni e scelte per adattarsi all'ambiente esterno e compiacere ciò che è presente fuori dalla persona, invece che mantenere il focus su sè stessi.
Lo devo fare per
me stess*
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Dovere o Volere
Ci sono situazioni in cui ci capita di "confondere" il volere con il dovere!
Il senso del dovere avviene quando una persona non si limita a dare importanza a essere partecipe, collaborativo e ad aiutare gli altri, ma tende ad esagerare e finisce per essere intrappolato in un'ansia dove DEVE riuscire a fare tutto.
Voglio o Devo partecipare? Voglio o Devo aiutare? Voglio o Devo collaborare?
Si può sempre scegliere!
Possiamo cercare di spronarci a dare/fare qualcosa in più, ma è importante ascoltare quando abbiamo le risorse per farlo.
Come facciamo ad aiutare gli altri se ad esempio in primis quel giorno abbiamo noi bisogno di aiuto?!
POST 31
Perché è importante amarsi
Amarsi, stimarsi e avere in considerazione il proprio valore non significa "essere arrivati" o che ci si sente migliore rispetto agli altri.
Amarsi è un punto di partenza in cui iniziamo a smettere di paragonarci agli altri e diamo importanza alle nostre valutazioni, ai nostri valori e ai nostri obiettivi.
Non amarsi porta, invece, a non aver strutturato un proprio senso d'identità permanente e, quindi, anche l'immagine che si ha di noi stessi si lascia influenzare dalle emozioni a tal punto da non credere in noi stessi.
Se mi amo:
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ASCOLTATI
Decidi tu
sempre
: ) :
Impara a vivere con
te stess*
Accetta
te stess*
Ama te stess*
POST 33
Come comunicare con i figli
Come aiutare tuo/a figlio/a a comprendere e raggiungere i propri obiettivi anziché le aspettative degli altri?
Ti è mai capitato di dire o sentire queste frasi?
"Non sei uno che molla... Se cambi idea ogni volta non concluderai mai nulla nella vita.. Si devono portare a termine le cose che si iniziano anche se non ci piacciono... Cosa penserà x di te?... Se molli gli altri ci rimarranno male... Abbiamo speso tanti soldi per fartelo fare!"
I bambini possono così imparare a mettere da parte i propri desideri, pensieri e bisogni pur di riuscire a soddisfare le aspettative che gli altri hanno su di loro. Cercheranno di fare ciò per evitare di deludere qualcuno.
Questo potrebbe, quindi, portarli ad assumere già da bambini un comportamento nel quale metteranno gli altri prima di loro stessi poiché altrimenti si sentirebbero in colpa.
E' importante sostenere i propri figli e spronarli nelle attività che svolgono, ma ricordando che sono in una fase esplorativa e proprio per tale motivo potrebbero, durante il percorso, rendersi conto che qualcosa non gli piaccia o non gli appartenga.
POST 34
Come comunicare con i figli
Spesso si sottovaluta la capacità di comprensione di un bambino e si dimentica che gli “sbagli” che compie sono dovuti al fatto che sta esplorando e solo in questo modo avrà la possibilità di capire che ad una causa c’è poi una conseguenza.
Perché non bisogna sculacciare i bambini?
Perché è una punizione che non li porta a comprendere, ma solo ad avere paura! Inoltre, in questo modo il bambino imparerà a socializzare attraverso l’aggressività invece che con la comunicazione. I bambini non vanno puniti, ma vanno educati.
Attenzione poi al verbo essere!
Altra cosa che a volte commettiamo è quella di dire ad es.: “Sei uno stupido!” Potrebbe sembrare superfluo, ma in una fase così delicata nel loro sviluppo, i bambini prendono per vero ciò che il genitore gli dice e ciò influenza anche la loro autostima.
Impariamo a parlare con i bambini e loro impareranno a parlare con noi.
Anche la genitorialità è un percorso. Quindi non si tratta di essere cattivi genitori, ma semplicemente di mettersi nella stessa condizione dei bambini e cioè, in quella della crescita. Non chiediamoci di avere subito la risposta adatta, ma di trovare insieme la soluzione.
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Come aiutare i figli
Come aiutare tuo/a figlio/a a comprendere e raggiungere i propri obiettivi anziché le aspettative degli altri?
Ti è mai capitato di dire o sentire queste frasi?
"Non sei uno che molla... Se cambi idea ogni volta non concluderai mai nulla nella vita.. Si devono portare a termine le cose che si iniziano anche se non ci piacciono... Cosa penserà x di te?... Se molli gli altri ci rimarranno male... Abbiamo speso tanti soldi per fartelo fare!"
I bambini possono così imparare a mettere da parte i propri desideri, pensieri e bisogni pur di riuscire a soddisfare le aspettative che gli altri hanno su di loro. Cercheranno di fare ciò per evitare di deludere qualcuno.
Questo potrebbe, quindi, portarli ad assumere già da bambini un comportamento nel quale metteranno gli altri prima di loro stessi poiché altrimenti si sentirebbero in colpa.
E' importante sostenere i propri figli e spronarli nelle attività che svolgono, ma ricordando che sono in una fase esplorativa e proprio per tale motivo potrebbero, durante il percorso, rendersi conto che qualcosa non gli piaccia o non gli appartenga.
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Problem Solving
Problem solving significa “risoluzione di un problema” e indica una capacità finalizzata all'analisi e alla risoluzione dei problemi usando tecniche e metodi pensati ad hoc per poter raggiungere l’obiettivo.
Tutti noi abbiamo/incontriamo delle difficoltà in vari ambiti della nostra vita, ma dobbiamo ricordarci di avere questa capacità poiché, ad ogni problema possiamo trovare una soluzione.
Non riesci / non puoi fare qualcosa?
RICORDATI DELLA CAPACITA’ “PROBLEM SOLVING”!
Mi fermo, analizzo e cerco uno strumento, una tecnica o un mezzo che mi aiuti a compensare la mia difficoltà e a raggiungere comunque il mio obiettivo!
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Genitori - Coppia - Individui
Diventare genitori fa entrare in una nuova dimensione dove ogni aspetto della realtà cambia completamente: cambiano le priorità, gli orari e lo spazio.
Per di più sono cambiate anche le generazioni. Quante risorse hanno ad oggi i genitori per poter essere supportati nel poter riprendere la loro quotidianità, i loro lavoro, ecc? Ad oggi, molti nonni sono ancora dei lavoratori e questo potrebbe incidere sulla gestione spazio-temporale dei genitori per i propri impegni, che siano lavorativi o che siano personali.
Ma... Non siamo solo genitori!
Comprendendo, dunque, tutte le difficoltà a cui i genitori incorrono, è importane ricordarsi però che, oltre ad essere genitori, siamo anche mogli/mariti, compagne/compagni e donne/uomini. Riflettere e lavorare sulle relazioni diventa, quindi, fondamentale per fare in modo che non si inneschi il senso di colpa e che, soprattutto, quest’ultimo non prenda il sopravvento nelle scelte che ci ritroverà a dover fare.
Se pensiamo alla relazione seguendo questa immagine, ci accorgiamo che le due persone interessate non devono attivarsi per andare direttamente verso l’altro, ma per portare qualcosa verso la loro relazione. Questo implica quindi, che IO e l’ALTRO non sono solo coppia, ma sono anche due individui e per essere tali devono poter coltivare anche altri loro spazi per far sì di avere qualcosa da portare anche nella relazione.
«Non hai avuto modo di scegliere i genitori che ti sei trovato, ma hai modo di poter scegliere quale genitore potrai essere»
Marian Wright Edelman
POST 38
Perché non utilizzare dispositivi elettronici prima di dormire?
Inizio spiegando cos’è la melatonina.
La melatonina è un ormone molto importante dato che regola il ritmo circadiano dell'organismo. Il nostro corpo inizia a produrla attorno alle 21:00, con la riduzione della luminosità, e termina attorno alle 7:00, proprio perché la sua secrezione dipende dalla luce.
Le luci non sono tutte uguali!
Luce BLU -> AUMENTA LA VIGILANZA (CORTISOLO E SEROTONINA) SOPPRIME LA PRODUZIONE DI MELATONINA RITARDA L'INSORGENZA DEL SONNO E NE PEGGIORA LA QUALITA' LED - TELEVISORI - TABLET - SMARTPHONE
Luce ROSSA -> NON SOPPRIME LA PRODUZIONE DI MELATONINA E' DA PREFERIRE DAL TARDO POMERIGGIO IN POI (COMPRESI I RISVEGLI NOTTURNI).
UTILIZZARE, QUINDI, DISPOSITIVI A LUCE BLU PRIMA DI ANDARE A DORMIRE, INTERFERISCE CON LA PRODUZIONE DI MELANINA E CIO’ SI RIPERCUOTE SULLA QUALITA’ DEL SONNO.
POST 38
Perché non utilizzare dispositivi elettronici prima di dormire?
Inizio spiegando cos’è la melatonina.
La melatonina è un ormone molto importante dato che regola il ritmo circadiano dell'organismo. Il nostro corpo inizia a produrla attorno alle 21:00, con la riduzione della luminosità, e termina attorno alle 7:00, proprio perché la sua secrezione dipende dalla luce.
Le luci non sono tutte uguali!
Luce BLU -> AUMENTA LA VIGILANZA (CORTISOLO E SEROTONINA), SOPPRIME LA PRODUZIONE DI MELATONINA E RITARDA L'INSORGENZA DEL SONNO E NE PEGGIORA LA QUALITA' (es. LED - TELEVISORI - TABLET - SMARTPHONE)
Luce ROSSA -> NON SOPPRIME LA PRODUZIONE DI MELATONINA ED E' DA PREFERIRE DAL TARDO POMERIGGIO IN POI (COMPRESI I RISVEGLI NOTTURNI).
UTILIZZARE, DUNQUE, DISPOSITIVI A LUCE BLU PRIMA DI ANDARE A DORMIRE, INTERFERISCE CON LA PRODUZIONE DI MELANINA E CIO’ SI RIPERCUOTE SULLA QUALITA’ DEL SONNO.